La risposta è dentro di me?
"L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso" - Anne Larson
In questi ultimi giorni, sono successe due cose che mi hanno fatto riflettere. La prima è stata ricevere il commento che la mia amica M. ha fatto al mio ultimo articolo (per chi se lo fosse perso, lo trovate qui - l’articolo, non il commento, che mi è arrivato sotto forma di nota audio); nel pezzo mi interrogavo su quali fossero le ragioni che ci spingono a viaggiare: da una breve ricerca in rete, è risultato infatti che le motivazioni di chi viaggia, spazino da quelle più leggere (fare amicizia, assaggiare piatti nuovi), a quelle più profonde o introspettive (riscoprire la felicità, apprezzare ciò che si ha).
Per quel che mi riguarda -come scrivevo nel post- non ho mai avuto l’impressione che viaggiare fosse per me un modo per sfuggire ai problemi, né, men che meno, per riscoprire la felicità. E infatti quello che mi ha colpito nel commento è che M., che rispondeva alla mia domanda e voi, perchè viaggiate? ha detto invece chiaramente che per lei viaggiare vuol dire riscoprire cose importanti, ritrovare in un certo senso i pilastri della propria vita e soprattutto, riscoprire sé stessa. Ma soprattutto, mi ha fatto riflettere la domanda che si poneva lei alla fine della nota vocale: che cos’è che mi rende inquieta?
Non che non mi sia mai fatta la stessa domanda. Ma ho la sensazione che, dall’altro giorno, questa domanda si sia fatta più ingombrante del solito nei miei pensieri. Forse perché questo è un anno di distruzione (o, meglio -spero- di disassemblaggio, inteso come smontaggio sistematico delle varie parti di un macchinario, destinate al riutilizzo; o, volendo dare una connotazione più filosofica, di decostruzione). Forse perché, per quanto stia cercando di tenermi occupata e fare cose (nomen omen), ho più tempo libero del solito. E avere tempo libero vuol dire, anche, avere tempo libero per pensare, perché diciamolo: il lavoro a tempo pieno non lascia spazio neanche per quello (e io, a parte un delicato periodo della mi avita, ho sempre avuto la fortuna di dormire la notte); quindi ora che sono disoccupata, penso. Forse perché mi sento, metaforicamente parlando, a un giro di boa: ho 44 anni, non ho figli, al momento non ho più un lavoro. Forse per un insieme di tutte queste ragioni, ultimamente ho la sensazione di non sapere più quale sia il mio posto. Anzi, rettifico: sono anni che ho la sensazione di non sapere quale sia il mio posto, ma ultimamente ho anche la sensazione che dovrei…non lo so…fare qualcosa.
Ma cosa?
Perdonatemi, mi rendo conto di continuare a girare intorno allo stesso concetto; ma è un pensiero che non riesco a dipanare, qualcosa che non riesco a identificare correttamente (e invece di andare in terapia, scrivo su Substack…). Come una novella Marzulla, che domandava: “ma la vita è un sogno, o i sogni aiutano a vivere meglio?”, io mi domando: “viaggio perché non trovo me stessa, o non trovo me stessa perché viaggio”?
Provo a spiegarmi meglio: la mia costante voglia di viaggiare deriva dal sentirmi in un certo senso sempre fuori posto, perennemente in attesa di qualcosa? Oppure è viaggiare che finisce per destabilizzar(mi)e? E se invece, la butto là, fosse la cura per sentirsi più centrati? Come dice M.: viaggiare mi da la possibilità di vedere la mia vita da una prospettiva diversa e riscoprire che la mia vita è bellissima. Amen sorella, ma io navigo in un mare di incertezze.
Sono alla vigilia di un viaggio importante (chi lo sa già, abbia pazienza; tutti gli altri leggano qui). Nel succitato mio ultimo post, ho scritto che questa volta potrei avere l’occasione non solo di fare un viaggio con me stessa, ma per me stessa. Sarò sincera: quando l’ho scritto, mi sembrava poco più che un bel concetto. Ma più passano i giorni, più la data di partenza si avvicina, più ho la sensazione che questo viaggio possa davvero essere un’occasione per guardare dentro me stessa, in cerca di una risposta.
Da un lato comincio ad avere la speranza (ma forse sarebbe più corretto dire, l’illusione), che stare lontana tanto tempo mi aiuterà davvero ad avere una prospettiva diversa e che quando sarò tornata, avrò trovato una risposta. Dall’altro, ho la sensazione che sia incredibilmente ingenuo da parte mia pensare che basterà. Anche perchè non sono neanche certissima di quale sia la domanda. Sembra una battuta. Ma il problema forse sta proprio lì.
Ma veniamo alla seconda cosa che mi ha colpito in questi giorni: tutti voi avrete visto il video del pesce abissale (aka Diavolo Nero), che è stato avvistato a largo di Tenerife, nuotare in acqua bassa, verso la superficie (se non sapete di cosa stia parlando, trovate il video qui); moltissimi giornali e siti hanno riportato la notizia, perché si tratta di un fatto eccezionale: citando l’articolo “…Questo evento è particolarmente sorprendente, poiché si tratta di una specie raramente osservata al di fuori delle profondità oceaniche….Il diavolo nero abita solitamente le profondità marine, tra i 200 e i 2mila metri, in zone caratterizzate da totale oscurità e pressioni elevate. La sua biologia e il suo comportamento rimangono in gran parte sconosciuti a causa della difficoltà di studiare organismi a tali profondità…”.
Ecco, mi sono sorpresa a pensare che invece di credere alle spiegazioni scientifiche più logiche (che sia stato portato in superficie da una corrente ascensionale o, come scrivono alcuni, ingoiato e poi rigurgitato da un predatore), mi piace credere che il pesce, questo pesce, si sia chiesto cosa poteva esserci altrove. Che abbia scelto, invece di restare nelle tenebre (che in questo caso, ironico a dirsi, rappresentano la sua comfort zone), di nuotare verso il luminoso ignoto.
Ahimè, l’epilogo è stato infausto per il povero Melanocetide, che alla fine non è sopravvissuto allo sbalzo di pressione. Ma io voglio credere che sia morto felice.
O quantomeno con delle risposte alle sue domande.
Domande e riflessioni che né io né il Diavolo Nero siamo i primi -e non saremo certo gli ultimi- a farci: questo tema è motivo di arrovellamento fin dall’alba dell’uomo e tutti, chi più chi meno, hanno espresso il proprio pensiero a riguardo.
Sempre facendo una breve ricerca in rete, ho raccolto alcune delle innumerevoli citazioni sul tema viaggio (interiore e non), trovate l’elenco sotto.
Secondo voi, qual è la mia preferita? E la vostra? Fatemelo sapere nei commenti. Nel frattempo, statemi bene.
F.
“Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. I realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile” Ryszard Kapuscinski
“La propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose” Henry Miller
“Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda” Italo Calvino
“Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno” Guy de Maupassant
“In viaggio la cosa migliore è perdersi. Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese, ed è allora, ma solamente allora, che il viaggio comincia” Nicolas Bouvier
“Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita” Alphonse de Lamartine
“I viaggiatori sono quelli che lasciano le loro convinzioni a casa, i turisti no” Pico Iyer
“La meta è partire” Giuseppe Ungaretti
“Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone” John Steinbeck
“Ovunque tu vada, vacci con tutto il tuo cuore” Confucio
“Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria delle meta da cui è tornato” Edgar Allan Poe
“Viaggiare rende modesti. Ci mostra quanto è piccolo il posto che occupiamo nel mondo” Gustave Flaubert
“Tra vent’anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna” Mark Twain
“In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter viaggiare” Andrej Tarkowsky
“Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati” Gore Vidal
“Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo” Robert Louis Stevenson
“Sembra esserci nell’uomo, come negli uccelli, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove” Marguerite Yourcenar
“Viaggiare deve comportare il sacrificio di un programma ordinario a favore del caso, la rinuncia del quotidiano per lo straordinario, deve essere una ristrutturazione assolutamente personale alle nostre convinzioni” Hermann Hesse
“Una volta l’anno, vai in un posto dove non sei mai stato prima” Dalai Lama
“Desidero partire: non verso le Indie possibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo. Non voglio più vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni” Fernando Pessoa
“Ah! Il viaggio è un bagno di umiltà: ti rendi conto di quanto è piccolo il luogo che occupi nel mondo” Gustave Flaubert
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” Marcel Proust
“A chi mi domanda ragione dei miei viaggi, solitamente rispondo che so bene quel che fuggo, ma non quello che cerco” Michel de Montaigne
“Un uomo percorre il mondo intero in cerca di ciò che gli serve e torna a casa per trovarlo” George Moore
“E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse” Milan Kundera
“Nono smetteremo mai di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta” S. Eliot
“Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo” Lao Tzu
Dovrei scrivere “quello di Montaigne”, in omaggio a MT, ma credo che in ciascuno ci sia un po’ di verità.
La risposta alla domanda perché desidero così tanto viaggiare, non può essere semplicemente “perché mi piace?”
Mah. Secondo me la risposta, semplicemente non c’è. Non per chi si pone tutte le domande che ti poni tu (🙌🏻🙋🏻♀️👯♀️).
Ci sono uccelli che vivono tutta una vita sullo stesso ramo, o nella stessa gabbia, e ci sono uccelli che migrano per migliaia di km e non si fermano praticamente mai.
Uno è forse più uccello dell’altro? Ha forse più diritto dell’altro ad essere felice, a seguire la sua natura?
Ti capisco BENISSIMO, anche se non mi trovo nella tua situazione ma in quella opposta, a 44 anni i figli ce li ho ed ho appena ricominciato a lavorare in modo convenzionale. E sai che ti dico? Che ti invidio assai, di invidia buona, perché per questo viaggio io partirei tanto tanto volentieri con te…